Da Ossoessam a Zouzoui, volontari Aloe in Camerun
L’associazione Aloe nasce nell’ottobre del 1998 con l’obiettivo immediato di appoggiare l’esperienza di volontariato che un artigiano fermano, Peppe De Rosa, si apprestava a fare in Camerun in un progetto del COE di Milano: la riattivazione di una scuola di falegnameria ad Ossoessam, villaggio sperduto in mezzo alla foresta equatoriale camerunese. Il progetto è stato realizzato coin una permanenza di due anni del volontario ad Ossoessam. Questo progetto aveva come partner il COE (Centro Orientamento Educativo) di Milano.
Qualche anno dopo, negli anni 2007-2009, un’altra volontaria Aloe, Alice Beltrami dopo aver completato un anno di servizio civile a Mouda, nella provincia dell’Estremo Nord, trascorre due anni nel villaggio di Zouzoui, curando l’allestimento e l’avvio delle attività didattiche di una piccola scuola dell’infanzia per i bambini dai tre ai sei anni. Questo progetto è stato interamente sostenuto da Aloe e ha avuto come controparte la missione cattolica di Zouzoui, retta dal missionario indiano del PIME p. George Palliparambil.
Maifeo. Figlia della luna, racconta in maniera estremamente coinvolgente l’esperienza di Alice, grazie al suo diario e alle sue foto, con i quali abbiamo realizzato il libro.
PROGETTOUNA SCUOLA MATERNA PER I BAMBINI DI ZOUZOUI
SOGGETTO PROPONENTE: Associazione Missionaria ALOE
La nostra associata, Alice Beltrami, sta facendo un secondo anno di volontariato in Camerun, dopo il primo anno trascorso nel villaggio di Maroua, sempre in Camerun, come Volontaria in Servizio Civile. Per tutto il suo anno di servizio civile, Alice ha collaborato con Piceno News e il diario è stato incluso nella pubblicazione curata dalla stessa Provincia di Ascoli Piceno, IL MONDO CHE BUSSA ALLA NOSTRA PORTA. In questa secondo anno di volontariato Alice Beltrami ha il compito di realizzare “UNA SCUOLA MATERNA PER I BAMBINI DI ZOUZOUI”, un villaggio vicino a quello di Maroua, ma ancora privo di infrastrutture sociali per i bambini. L’Associazione ALOE ha deciso di appoggiare in toto questo secondo progetto, attivandosi per trovare tutti i fondi necessari.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
P. George Palliparambil, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere, di origine indiana è presente in Camerun dal 2003. Dopo 2 anni nella missione cattolica di Moutourwa, è dal 2005 parroco nella missione di Zouzoui (abbandonata dal 1998). È stato nominato Vicario Episcopale della zona pastorale, Kaéle – Midjivin (7 parrocchie/missioni) nella diocesi di Yagoua.
LE ATTIVITA’ DELLA MISSIONE
- “Le Comitè du Bon Samaritain” nel villaggio di Zouzoui, con volontari locali adeguatamente formati per la vendita di medicinali, a costo ridotto; esso interviene anche nell’integrazione sociale dei malati di AIDS e di persone abbandonate.
- Nel 2007 è stato creata nel villaggio di Zouzoui un associazione di donne e una scuola elementare nel vicino villaggio di Foulou.
- La Missione inoltre, grazie alla implementazione di micro-progetti, aiuta lo sviluppo dell’economia locale.
CONTESTO LOCALE: la regione dell’Estremo Nord e il dipartimento del Mayo Kani
Il Camerun occupa la 132esima posizione nell’indice di povertà (PNUD, 1998). La popolazione soffre di tre forme fondamentali di povertà: una corta speranza di vita, condizioni di vita precarie e mancanza di istruzione.
Come nella maggior parte dei paesi africani, la povertà in Camerun è concentrata nelle zone rurali dove vive più dell’80% della popolazione povera del paese (circa 5,5 milioni di persone). L’indice di povertà calcolato per ogni regione mostra come la povertà aumenti con l’allontanamento dalle regioni costiere per avvicinarsi al nord. E’ inferiore al 25% nei centri urbani del Sud Ovest ma superiore al 50% nelle zone rurali dell’Estremo Nord.
La provincia dell’Estremo Nord è quella dove i poveri sono più numerosi in particolare nel dipartimento del Mayo Kani, dove si trova appunto il villaggio di Zouzoui.
Le cause che frenano i processi di sviluppo sono di diversa natura:
Climatiche: la durezza del clima saheliano caratterizzato da una sola stagione delle piogge, la pluviometria insufficiente;
Infrastrutture: l’insufficienza di punti d’acqua, l’insufficienza di infrastrutture stradali, la scarsa dotazione di strutture pubbliche come scuole, centri di sanità…;
Sociali: la discriminazione tra uomo e donna nella famiglia e il debole tasso di scolarizzazione, l’emarginazione e la segregazione delle persone disabili, l’alcolismo;
Economiche: la scarsità delle entrate legate ad una sola coltura (miglio), la mancanza di esplorazione di altre possibili fonti di reddito;
Ambientale: l’erosione del suolo, la desertificazione;
Sanitarie: la provincia è soggetta a diverse calamità naturali e malattie quali la rosolia, la meningite, la malaria, la tubercolosi, la poliomielite e altre malattie congenite che diventano causa di handicap per bambini e adulti.
CONTESTO SPECIFICO: il villaggio di Zouzoui
Il villaggio di Zouzoui è situato a 43 Km dalla città di Maroua, provincia dell’Estremo Nord del Camerun. Conta una popolazione di circa 3000 abitanti, non è presente la linea elettrica e non c’è acqua potabile sufficiente per tutti gli abitanti. L’economia è di auto sussistenza, basata principalmente sulla coltivazione del miglio, che dona due raccolti all’anno e sul pascolo. Una famiglia composta mediamente da dieci persone può possedere dalle tre alle cinque capre. I bambini già da sei anni vengono spesso impiegati come aiuto nel lavoro dei campi o con gli animali. A partire da un anno normalmente sono lasciati a casa con i fratelli più grandi, ( dai tre ai cinque anni),i quali devono badare a loro stessi e fare da genitori ai più piccoli. Nonostante ciò il tasso di scolarizzazione per la scuola primaria resta elevato. Nel villaggio è presente una sola scuola elementare statale con un totale di circa 480 bambini,ogni classe è composta da un minimo di 80 bambini seguiti da un solo insegnante. C’è anche una scuola statale di formazione tecnica che è appena iniziata,in cui vengono svolte solo attività teoriche in quanto non è fornita di materiali didattici, ed ovviamente non c’è elettricità.
BISOGNI NON SODDISFATTI
La mancanza di ogni altro tipo di strutture causa il semi abbandono costretto dei bambini più piccoli, soprattutto nel periodo che va da giugno a marzo, periodo di semina e raccolta. Una struttura come la scuola materna è un’esigenza primaria per evitare che i bambini restino soli e senza alcuna guida per l’intera giornata. Questa condizione causa spesso malattie dovute alla mancanza di igiene, per quanto essi abbiano un elevato livello di autonomia, non possono comunque avere un adeguata cura di loro stessi. E’ fondamentale inoltre sensibilizzare i genitori sull’importanza di un educazione di base, soprattutto in questa fascia di età, in cui avviene la formazione dell’uomo che sarà nel futuro. Creare con loro una collaborazione può incentivare a valorizzare alcune attenzioni necessarie per i bambini dai tre ai cinque anni. La scuola materna permetterebbe di soddisfare alcuni dei loro bisogni quali:
- una maggiore attenzione allo stato di salute;
- presa in carico di eventuali cure mediche;
- contribuire alla socializzazione;
- Introdurli alla lingua ufficiale francese;
- Prepararli per la scuola primaria.
PROGETTO
Il progetto prevede:
– la ristrutturazione di un edificio all’interno della missione cattolica di Zouzoui, nello specifico la realizzazione di due aule, un ufficio sei bagni e l’allestimento, con mobili e materiali didattici.
- La formazione di due ragazze del posto, le quali si occuperanno dell’educazione scolastica dei bambini.
- La figura di una coordinatrice, addetta all’ organizzazione delle attività didattiche e di sensibilizzazione nel villaggio di Zouzoui.
- L’ accoglienza di bambini nella fascia di età compresa tra i tre e i cinque anni senza alcuna distinzione di etnia e religione.
- La sensibilizzazione dei genitori alla scolarizzazione soprattutto per le bambine che in alcuni casi vengono considerate come piccole donne addette alla cura della casa e dei fratelli minori.
- Organizzazione della scuola per renderla autogestita ed auto sostenibile
OBIETTIVO GENERALE
Scolarizzazione materna nel villaggio di Zouzoui.
OBIETTIVI specifici
- Scolarizzazione pre – elementare per tutti i bambini del villaggio di Zouzoui nella fascia di età compresa tra i tre e i cinque anni.
- Sensibilizzazione delle famiglie alla scolarizzazione ed a un’educazione più attenta ai bisogni dei propri figli.
BENEFICIARI
- Tutti i bambini dai tre ai cinque anni del villaggio di Zouzoui
- Le famiglie dei suddetti bambini.
LA STRUTTURA ATTUALE
Al momento le lezioni si svolgono in una sala all’interno della missione, le due sezioni si alternano per lo svolgimento delle attività tra la stessa sala ed il cortile esterno.
L’AZIONE PROGETTATA
E’ prevista la costruzione di due nuove aule scolastiche per permettere alle due sezioni di poter lavorare contemporaneamente per un tempo più lungo. Il progetto prevede inoltre, oltre alla costruzione delle due aule, anche le spese gestionali relative al primo anno di attività, in modo che la Missione e la comunità del villaggio possa poi attivarsi per condurre in proprio la scuola nei prossimi anni.
ASPETTATIVE
Con le attività e le azioni sopra descritte si prevede di creare delle solide basi perché la scuola materna possa migliorare la condizione, in alcuni casi, disagiata dei bambini e preparali adeguatamente alla scuola elementare. Soprattutto si spera che essa possa continuare nel tempo diventando un’istituzione integrante ed attiva nel villaggio di Zouzoui.
GALLERIA FOTOGRAFICA
KPICASA_GALLERY(IlCamerunDiAliceZouzoui)
VIDEO
Il Camerun di Alice. Da Mouda a Zouzoui
LIBRO
Alice Beltrami
MAIFEO FIGLIA DELLA LUNA – Racconti di un anno di Servizio Civile in Camerun
Collana “Comunicare la solidarietà” – Ed. ALOE – pp. 176
Richiedilo: € 12,00 + spese di spedizione (in contrassegno)
ALOE Associazione Missionaria – Via Graziani 71 63023 Fermo (FM)
Email: aloe@aloemission.org – Tel. 3470603932
RECENSIONE
MAIFEO, FIGLIA DELLA LUNA
Alice, un nome che rimanda a paesaggi fiabeschi, che riecheggia nelle lussureggianti praterie della fantasia umana, un nome che ha dato, invece, una impronta così forte da far invidia agli eroi maschili, di mitologica memoria, troppo epici nella loro lontana dimensione. Cosa ha fatto, dunque, Alice? È andata in Africa, ma non a fotografare qualche strano animale in via di estinzione, da esibire come trofeo, ma in Africa, precisamente nel Camerun, per una missione umanitaria. Scrive un diario che non è solo diario, ma un “iter” poetico che raggiunge una dimensione panica, aliena da ogni raffigurazione astratta. Il suo stile è semplice, immediato ma non arido, con una partecipazione emotiva, come sa fare solo la nostra gioventù quando vola alla ricerca non di paradisi artificiali, ma di solide certezze, benedette dal carisma della fede.
In “Maifeo, figlia della luna”, c’è il trionfo dell’umiltà, della laboriosità che può stancare fisicamente ma apporta una carica umana non indifferente. Alice ha trovato un altro mondo, una concezione totalmente diversa da quella occidentale; è stata catapultata in una realtà non rosea ed ha saputo tirar fuori il meglio di sé, quella parte migliore che si era assopita, omologata alle tendenze europee. Alice è cresciuta, questa piccola grande donna, nei suoi racconti, evita circonlocuzioni verbali, non si perde nei meandri della vacuità e del non senso, ma si serve della parola e delle immagini per scendere in una dimensione interiore.
Il “mal d’Africa” esiste davvero, è difficile da descrivere perché l’anima subisce un percorso metafisico, la parola si fa sinfonia di concetti che lasciano sgorgare emozioni, colori, musica e balli in un sapiente accostamento che ti trasporta in un universo pieno d’amore. La natura africana ti entra dentro, si trasmuta in specchio dell’anima, in un rapporto speculare che produce il sogno, il mondo della favola umana nella quotidianità (questo è il mal d’Africa). Se il tempo cambia, le situazioni si perpetuano nella loro drammaticità e gaiezza, insieme. Se a tutto ciò uniamo quello che Alice ha fatto, sta facendo e farà, cioè un’opera di alta solidarietà, una nuova alleanza di pacificazione e rigenerazione spirituale, si evince, in modo chiaro, che:
“vivere una sola vita
in una sola città
in un solo paese
in un solo universo
vivere in un solo mondo
è prigione.”
Ndjock Ngana, poeta camerunese
Nella universalità e nella originalità del suo essere, del suo esistere, del suo operare nel mondo e per il mondo, i 27 anni di Alice assumono una valenza simbolica di sfida, vinta su aberranti solitudini, di vittoria sul materialismo sterile e marmoreo, vittoria sulle inevitabili debolezze umane, piccole, ma grandi, nella loro innocente ammissione. Grandi sentimenti, piccole cose, dolci emozioni, grandi responsabilità, fantasmagorici sogni, sono gli ingredienti che Alice ha usato ed è riuscita ad elaborare una sua personale “cifra” stilistica ed innescarla in solidali percorsi creativi.
Affinché tutto ciò sia trampolino di lancio per futuri successi, auguro ad Alice un avvenire sereno, ricco di gioia duratura, con sincera stima e viva cordialità.
Danila Angelici