“La goccia fa il fiore”: da Massignano al Kenya!


Dopo la doverosa pausa pasquale, riprendiamo il nostro cammino della rassegna di incontri “La ricchezza nascosta, dal territorio di Fermo ai territori del mondo”, con la quale vogliamo esplorare il nostro territorio per quanto riguarda gruppi o associazioni della provincia di Fermo, che portano avanti piccoli progetti di solidarietà in diversi paesi del sud del mondo, specialmente africani.  Il mese scorso siamo stati portati in Ghana dall’associazione umanitaria di Montegiorgio, “Children’s Land”. Questa volta invece siamo partiti da Massigano (AP) e ci siamo recati in Kenya insieme all’associazione “La goccia fa il fiore”.  Sono state con noi per raccontarci la loro storia come associazione Sonia Simone e Giulia Taffoni, che si sono qualificate come volontarie aggiuntesi da poco all’associazione stessa.

La registrazione dell’incontro

La goccia fa il fiore: una catena di solidarietà

L’associazione è stata fondata nel 2004 da una coppia di Massignano, l’imprenditrice Tina Marchetti, proprietaria dell’azienda vivaistica di piante grasse “Cactus Meraviglie” insieme al marito medico, Dottor Walter De Angelis e ad altre amiche di questo piccolo paese, fra le quali l’attuale presidente, Antonietta Voltatorni, presente in sala. Il contatto in Kenya è stato quello del sacerdote kenyota padre Douglas Mwjia il quale durate i suoi anni di specializzazione nelle Univeristà pontificie romane, era solito andare a Massignano per aiutare il parroco don Mario in certi periodi dell’anno e così guadagnarsi qualcosa per i suoi studi. Ma la cosa ancora più interessante è stata il fatto che a far scattare questo moto di generosità internazionale è stata l’idea di un ragazzo albanese, Mario, che dopo essere approdato in Italia con uno dei barconi della prima ondata, era stato accolto e aiutato a realizzarsi dal punto di vista lavorativo a Massignano. L’idea di fare qualcosa per altri bisognosi era stata la sua, come per sdebitarsi di quanto lui stesso aveva ricevuto. L’input di padre Douglas aveva fatto il resto.

Se la volta scorsa abbiamo potuto ascoltare un imprenditore calzaturiero abituato andare in Ghana per vedere i suoi prodotti e rimasto colpito dalla situazione della gente aveva fondato l’associazione Children’s Land, con “La goccia fa il fiore” abbiamo avuto un esempio della reazione a catena che può generare la solidarietà.

La realtà sulla quale “La goccia fa il fiore” interviene in Kenya, è quella del  numero incredibile di bambini che vivono sulle strade o perché orfani e poverissimi o perché mandati ancora piccolissimi a lavorare o ad accattonare. Sotto la diretta direzione di padre Douglas, che vive e lavora presso la comunità di Meru, “La goccia fa il fiore” cerca di togliere questi bambini dalla strada per dare loro la possibilità di andare a scuola e di essere assistiti per poter crescere sani e prepararsi adeguatamente per la vita. Da padre Douglas hanno capito che il modo migliore di aiutare questi bambini è quello di permettere loro di andare a scuola e di completare tutto l’iter scolastico, fosse pure l’università, in modo da potersi poi inserire nel mondo del lavoro del loro paese da protagonisti. In venticinque anni di attività, sono ormai centinaia i bambini, ora diventati adulti, che hanno potuto usufruire di questo programma. La cosa più bella che abbiamo potuto ascoltare è che, grazie anche al lavoro sapiente di padre Douglas, molti di questi giovami adulti kenyoti, uomini e donne, ormai inseriti nel mondo del lavoro e divenuto perciò benestanti nel loro paese, hanno deciso di prendere parte anche loro a questo programma di “adozione di studio a distanza”  e sostengono a loro volta le spese scolastiche di altri bambini del loro paese. Anche questo è un aspetto di quella reazione a catena della solidarietà, di cui abbiamo parlato sopra.

Un altro aspetto molto interessante di questa testimonianza recataci da “La goccia fa il fiore” è anche la capacità di coinvolgere non solo singole persone o famiglie, ma anche l’intero territorio nella propria opera di raccolta fondi, tutta basata sul rapporto diretto con la gente: pesche di beneficenza, bomboniere solidali, tombolate collettive, banchetti presenti alle sagre dei paesi, ecc. E’ attraverso queste attività sociali che passa anche la propria informazione su quanto l’associazione sta facendo in Kenya. Le stesse amministrazioni comunali dei paesi del circondario: Massignano, Cupramarittima, Montefiore, Campofilone, Ripatransone si sono sensibilizzate e facilitano queste loro iniziative territoriali. Insomma, una vera ricchezza del territorio, un valore aggiunto per quella catena della solidarietà capace di dare il proprio piccolo contributo alla creazione di un mondo migliore.

Nonostante il numero veramente ridotto delle persone presenti, l’incontro è stato molto partecipato ed ha assunto anche la valenza di un confronto fra piccole realtà del territorio. Le volontarie dell’associazione “La goccia fa il fiore” hanno espresso il proprio apprezzamento per questa iniziativa dell’associazione Aloe di mettere in comunicazione tutte queste piccole realtà del territorio con il cuore aperto al cosiddetto sud globale. Ne potrebbe nascere una rete in grado di moltiplicare gli sforzi in un tempo di crisi per lo stesso volontariato, che non vede più tanta partecipazione di giovani, come prima. È emersa anche, da parte loro, una splendida proposta che raccogliamo volentieri e intendiamo portare avanti: l’organizzazione, da parte di questa rete che dovrebbe risultare alla fine del percorso, di un Festival da pensare e realizzare insieme, non solo e non tanto per raccogliere fondi, ma per creare un evento di impatto soprattutto con i più giovani.

Insomma, la conclusione è stata quella di risentirci ancora per continuare a camminare insieme.