Progetti realizzati


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COLOMBIA - Marialabaja – La missione di padre Beppe Svanera

Marialabaja è una cittadina posta al centro di una grande vallata attorniata dai Monti di Maria, nell’hinterland di Cartagena, grande città coloniale della Colombia caraibica. La popolazione è di origine afrocaraibica: discende dagli schiavi africani deportati in queste regioni dagli spagnoli per impiegarli nelle piantagioni, e dalle popolazioni caraibiche presenti prima dell’arrivo degli europei.  Al servizio pastorale e sociale di questa popolazione ci sono i Missionari della Consolata e fra questi p. Beppe Svanera, originario di Brescia, ma vissuto per diversi anni a Santa Maria a Mare e uno dei protagonisti della nascita dell’Associazione Missionaria Aloe. Aloe da anni segue e appoggia i suoi progetti e periodicamente volontari singoli o a gruppetti si recano a Marialabaja per condividere la vita della gente del luogo e per seguire i progetti di solidarietà qui appoggiati da Aloe.

p. Beppe Svanera tra i suoi bambini

 

ARGENTINA - UN PICCOLO AIUTO ALLA TERRA DI PAPA FRANCESCO

Un piccolo aiuto ad una scuola fondata in Argentina da padre Italo Conti, sacerdote fermano vissuto per 37 anni a Santiago de l’Estero, nel nord dell’Argentina tra le popolazioni indigene

L’associazione ALOE  ha contribuito negli ultimi due anni, con piccole somme, allo sviluppo della Scuola Santa Rita costruita dal Padre Italo Conti a Tintina, Santiago del Estero, Argentina, nella Diocesi di Añatuya, dove il missionario è vissuto per 37 anni.

Nel luglio di quest’anno, l’amministrazione comunale di Tintina, ha deciso di intitolare le principali strade della città a dei personaggi che hanno fatto la storia della città stessa. Una di queste strade è stata intitolata con il nome di “Padre Italo Conti” a motivo della Scuola Santa Rita che don Italo ha fondato e continua ad appoggiare. La scuola è frequentata attualmente da oltre 400 alunni.

Il piccolo contributo della nostra associazione è stato utilizzato per realizzare un recinto intorno alla scuola. P. Italo Conti, il direttore i docenti gli alunni e le famiglie degli alunni della scuola Santa Rita ringraziano per questa collaborazione generosa che ha permesso di terminare l’opera che è stata inaugurata a Marzo all’inizio dell’anno scolastico.

 

ETIOPIA - La “nuova frontiera” degli Oromo

Sin dall’inizio della sua costituzione ALOE Onlus è stata in contatto con i Missionari Cappuccini delle Marche presenti in Etiopia, in modo particolare attraverso l’amicizia con il missionario fermano Padre Angelo Antolini, originario di Santa Vittoria in Matenano per oltre 25 anni vissuto a Boditti, nel Wolaita, dove Aloe ha anche finanziato le attività di una scuola materna.

Dal 2006 Padre Angelo è stato incaricato di avviare una nuova missione nella cittadina di Kofale, nella provincia del West Arsi, e Aloe ha continuato a seguirlo approfondendo il rapporto anche con diversi gruppi di volontari che sono andati a condividere per brevi periodi la sua nuova missione. Questa nuova missione è una missione di frontiera con i suoi 90 cattolici in una popolazione musulmana di 600.000 persone sparse in un territorio grande quanto la metà delle Marche. Si tratta di una zona abitata dalla popolazione Oromo, una delle principali etnie dell’Etiopia che ha sempre mal sopportato il dominio Amara. Nuove e importanti sono dunque le sfide che essa pone. Dal 2012 inoltre la missione di padre Angelo è diventata una Prefettura Apostolica e la sfida del missionario è diventata ancora più grande in quanto ora egli deve organizzare in questo territorio una nuova diocesi cattolica.

A Kofale Aloe ha portato avanti diverse microrealizzazioni, come un progetto di microcredito per un gruppo di donne e di giovani e la realizzazione di un laboratorio per la lavorazione della canna di bambù, sempre destinato alla promozione della imprenditorialità giovanile e femminile.

Attualmente ALOE  sta appoggiando la nuova realtà della Prefettura Apostolica di Robe attraverso alcuni suoi membri che si sono particolarmente legati alla missione di padre Angelo.

 

EGITTO -Tra i profughi sudanesi ed eritrei in Egitto

L’Egitto è un grande paese oggi nelle spire della trasformazione, come molti altri del mondo arabofono. Qui come altrove, la primavera araba iniziata alla fine del 2011, stenta a realizzare le sue promesse e spesso lascia intravvedere ancora lunghi inverni. In Egitto troviamo la più grande minoranza cristiana presente nel mondo arabo isalmico: il 10% della popolazione è di religione cristiano copta.

A partire dal lontano 1883, l’Egitto ha costituito il punto di partenza di Daniele Comboni prima e dei comboniani poi per la loro penetrazione in Sudan e nel resto dell’Africa. Oggi in Egitto lavorano circa 20 membri dell’Istituto Comboniano e fra essi padre Giuseppe Cruciani, originario di sant’Angelo in Pontano, in diocesi di Fermo. Sono impegnati soprattutto al servizio dei rifugiati, particolarmente quelli oriundi dal Sudan e dal Corno d’Africa. L’obiettivo della loro presenza missionaria è quello di costruire “ponti” con la società mussulmana attraverso scuole, dove studenti Cristiani e Mussulmani apprendono insieme, ed attraverso l’istituto “Dar Comboni” (Istituto di Studi Arabi ed Islamici), il cui intento è favorire dialogo con il mondo islamico locale ed offrire a personale laico e religioso le basi necessarie per vivere ed operare in comunità cristiane inserite nel mondo islamico.

Da qualche anno l’associazione ALOE Onlus, entrata in contatto con il comboniano fermano p. Giuseppe Cruciani, appoggia con piccioli finanziamenti il loro lavoro a favore dei profughi sia sudanesi (Cairo) che eritrei (Aswan).

 

CAMERUN - Da Ossoessam a Zouzoui, volontari Aloe in Camerun

L’associazione Aloe nasce nell’ottobre del 1998 con l’obiettivo immediato di appoggiare l’esperienza di volontariato che un artigiano fermano, Peppe De Rosa, si apprestava a fare in Camerun in un progetto del COE di Milano: la riattivazione di una scuola di falegnameria ad Ossoessam, villaggio sperduto in mezzo alla foresta equatoriale camerunese. Il progetto è stato realizzato coin una permanenza di due anni del volontario ad Ossoessam. Questo progetto aveva come partner il COE (Centro Orientamento Educativo) di Milano.

Qualche anno dopo, negli anni 2007-2009, un’altra volontaria Aloe, Alice Beltrami dopo aver completato un anno di servizio civile a Mouda, nella provincia dell’Estremo Nord, trascorre due anni nel villaggio di Zouzoui, curando l’allestimento e l’avvio delle attività didattiche di una piccola scuola dell’infanzia per i bambini dai tre ai sei anni. Questo progetto è stato interamente sostenuto da Aloe e ha avuto come controparte la missione  cattolica di Zouzoui, retta dal missionario indiano del PIME p. George Palliparambil.

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Maifeo. Figlia della luna, racconta in maniera estremamente coinvolgente l’esperienza di Alice, grazie al suo diario e alle sue foto, con i quali abbiamo realizzato il libro.

 

SIRIA - Deir Mar Musa al-Abashi avamposto del dialogo cristiano-islamico

Nell’anno 2000, in occasione del Giubileo, abbiamo risposto ad un invito fattoci pervenire dall’allora vescovo di Fermo Mons. Gennaro Franceschetti, per seguire un piccolo progetto in Siria, propostogli dal vescovo latino di Aleppo, Mons. Armando Bertolaso, che aveva avviato in un villaggio cristiano, un piccolo caseificio per la lavorazione del latte prodotto dagli allevatori locali, e aveva bisogno di un tecnico per avviare al produzione. Il progetto è stato seguito da una volontaria Aloe che in occasione di uno dei suoi viaggi in Siria era venuta a conoscenza del monastero di Mar Musa a nord di Damasco.

E’ stato così che abbiamo scoperto Deir Mar Musa al-Abashi, il Monastero di San Mosè l’Abissino, un centro di dialogo fra cristianesimo e islam, basato sull’incontro diretto, sulla preghiera, sulla conoscenza profonda della spiritualità islamica; il tentativo generoso di pensare e vivere in profondità una Chiesa dell’Islam, come la definisce Padre Paolo Dall’Oglio, gesuita romano, fondatore del monastero, nel suo ultimo libro “Credente in Gesù, innamorato dell’Islam”, un  vero capolavoro del dialogo.

 

E’ nato un rapporto che dura negli anni, con scambio reciproco di visite: monaci di Mar Musa invitati per testimonianze e incontri di formazione qui in Italia, e volontari Aloe in Siria per una esperienza presso la loro comunità monastica. Accanto a questo anche l’appoggio concreto a piccoli progetti ambientali e sociali portati avanti dalla comunità.

L’attuale tragica situazione della Siria, dove la breve primavera araba ha lasciato il posto ad un lungo e terrificante inverno che dura ancora. Ma il nostro rapporto con i monaci di questo straordinario centro di dialogo continua ancora, nonostante tutto.

 

Bangladesh - Riattivazione delle scuole rurali – il progetto di Lucidio Ceci

Il Bangladesh è uno dei più popolosi paesi della Terra: geograficamente all’incirca la metà dell’Italia, è abitato da 160  milioni di abitanti, per la stragrande maggioranza di religione islamica, ad eccezione di alcune zone abitate da popolazioni tribali di varia natura. Una di queste zone è la regione del sud-est, Chittagong Hill Tracts, l’unica regione collinare e montagnosa del Bangladesh confinante con India e Myanmar. Qui risiedono popolazioni di religione musulmana, indù e buddista di etnie non bengalesi.

In Bangladesh ha operato, per oltre cinquanta anni, Lucidio Ceci originario di Montegiorgio, un esperto di educazione elementare con al suo attivo una ventina di libri in lingua bengalese per la formazione della scuola primaria. Lucidio è deceduto nel suo amato Bangladesh il 27 febbraio del 2014, all’età di 87 anni; ma il suo lavoro continua ancora attraverso l’associazione di maestri bengalesi da lui fondata, Shuktara, con l’appoggio finanziario delle associazioni ALOE ONLUS  e TERRES DES HOMMES.

Dopo aver trascorso molti anni in diverse parti del paese, Lucidio aveva scoperto, a partire dalla metà degli anni novanta del secolo scorso,  le Chittagong Hill Tracts come una delle regioni più abbandonate del paese, dove le scuole, pur presenti sulla carta, erano in pratica del tutto inefficienti. Dopo una attenta valutazione della situazione, Lucidio decise di trovare il modo di riformare le scuole del governo attraverso la creazione di una associazione di maestri, Shuktara, ‘la stella del mattino’.

Sono ormai diverse decine di migliaia i bambini che grazie al lavoro dei maestri di Shuktara, sotto la direzione e l’ispirazione di Lucidio, hanno potuto accedere alla cultura di base, “per diventare uomini e donne vere” e non semplici “bestie da soma” come dice Lucidio. Aloe Onlus ha conosciuto Lucidio nell’anno 2000 e da allora ha appoggiato con costanza la sua azione formativa, ricercando fondi per la sostenibilità del progetto, fino al giorno della sua scomparsa, e continua tutt’ora a seguire il progetto anche dopo di lui.

 

ASIA - I missionari del PIME nell’Isola di Mindanao

L’isola di Mindanao è una delle più importanti regioni dell’arcipelago delle Filippine. La gente delle Filippine è prevalentemente di religione cattolica, ma nell’isola di Mindanao esiste una forte minoranza musulmana che vorrebbe la sua autonomia dal paese.

E’ qui che ci sono stati diversi rapimenti di missionari da parte dei gruppi islamisti per dare notorietà alla loro lotta. Ultimo in ordine di tempo è stato il rapimento di padre   Giancarlo Bossi che nel 2007 rimase diversi mesi nelle mani dei miliziani islamici prima di essere liberato anche su interessamento della Farnesina.

Sempre in questa stessa isola di Mindanao, davanti alla sua parrocchia di Arakan, North Cotabato, è stato assassinato, nell’ottobre del 2011, Padre Fausto Tentorio, martire della giustizia.  Padre Fausto Tentorio, da oltre 32 anni lavorava a stretto contatto  con gli indigeni del luogo, i Manobos, nella formazione e organizzazione delle  loro piccole comunita’ montane. Cercava cosi’ di rispondere alle loro necessita’  e speranze quotidiane, lavoro e scuola, ma ‘rispondere’ voleva anche dire  affrontare forze molto potenti interessate piu’ ai beni materiali e interessi  personali che a quelli di fratellanza locale e universale. Diversi anni fa era  gia’ stato oggetto di minaccia da parte di un gruppo armato appartenente al clan  Bagani. In quella occasione fu protetto dagli stessi indigeni Manobos».

 In questa stessa isola lavora, anche lui da oltre trent’anni, Padre Ilario Trobbiani, missionario del PIME come padre Bossi e padre Tentorio, originario di Corridonia (MC). Padre Ilario viveva nella stessa fraternità di Padre Giancarlo Bossi e anche lui ha subito minacce di rapimento. L’associazione Aloe è in contatto con lui, anche se la comunicazione non risulta sempre facile, e appoggia alcuni suoi progetti in favore della gente.

 

Benin: Approvvigionamento idrico nel villaggio di Ina

In Benin operano i missionari cappuccini delle Marche, fra i quali padre Vincenzo Febi di Fermo, in particolare in due missioni: la prima nella periferia della capitale, Cotonou, una vera e propria metropoli del terzo mondo, con tutte le sue problematiche di gente sradicata dalla propria cultura ancestrale e ammassata nelle baraccopoli; la seconda in un villaggio tradizionale del nord, Ina, dove la vita scorre ancora nella sua forma tradizionale, ma dove le infrastrutture sociali sono minime. Entrati in contatto con questi missionari grazie a viaggi di turismo consapevole organizzati dal loro centro missioni estere, a partire dal 2005 abbiamo iniziato ad appoggiare le loro opere sociali.

Nel periodo 2006-2007, l’associazione ha finanziato un progetto di approvvigionamento idrico con la realizzazione di 7 pozzi nel villaggio di Ina, all’estremo nord del Benin, dove i missionari dei Padri Cappuccini delle Marche stavano impiantando una nuova missione. Il progetto si poneva come obiettivo la creazione di una minima infrastruttura idrica in diversi quartieri del villaggio. I benefici risultanti sono stati: un alleviamento del carico di lavoro delle donne di tali quartieri, costrette a procurarsi acqua con lunghi percorsi, e la crescita dell’igiene nella popolazione interessata, grazie alla maggiore disponibilità di acqua.

 

Benin: Sostegno alle attività formative per i bambini di strada

Nella capitale Cotonou i missionari cappuccini, accanto alla loro attività evangelizzatrice, si dedicano alla educazione e formazione scolastica con importanti strutture a favore dei bambini e dei ragazzi, come orfanotrofi e scuole, con l’obiettivo del recupero dei bambini di strada e di una educazione che prepari le nuove generazioni beninesi ad essere agenti del proprio sviluppo.

Negli anni 2008 e 2009 abbiamo sostenuto l’Orfanotrofio di Cotonou, dove i missionari offrono una casa, per vivere, crescere e formasi, a molti bambini di strada della capitale, orfani o addirittura abbandonati e perfino rifiutati dalle proprie famiglie a causa di credenze tradizionali legate alla stregoneria, che fa dei bambini più emarginati o problematici, altrettanti piccoli stregoni da combattere ed eliminare.

Nei due anni successivi, 2010-2011, Aloe si è impegnata, sempre a Cotonou, per la ristrutturazione e miglioria di un piccolo centro scolastico per la scuola dell’infanzia in un quartiere della missione, con la costruzione delle mura di cinta della scuola, necessarie per impedire che i bambini corrano il rischio di venire rapiti e rivenduti come domestici alle famiglie più abbienti e con la costruzione di bagni necessari per l’igiene e per evitare quelle “fogne a cielo aperto” che causano tante malattie. Obiettivi di questo progetto in corso sono dunque la sicurezza e l’igiene dei piccoli alunni.

 

Brasile: Progetto Speranza e Scuola famiglia Agricola a Sucupira do Norte

In Brasile Aloe si è coinvolta con in una missione di Sucupira do Norte, nel territorio dello Stato del Maranaho dove opera la missionaria laica Anna Maria Panegalli. Obiettivo di questo progetto è l’educazione di bambini e ragazzi della fascia più povera della zona con due iniziative: il “Progetto Speranza” e la “Scuola Famiglia Agricola”. Il Progetto Speranza è dedicato ai bambini in età di scuola elementare (primi quattro anni), mentre la “Scuola Famiglia Agricola” è dedicata ai ragazzi in età di scuola media (secondi quattro anni) e incentrata soprattutto sulla formazione specifica alle tecniche agricole per migliorare la qualità della vita dei poveri contadini della zona e tentare di fermare così l’esodo verso le invivibili periferie urbane. Nell’arco di cinque anni di attività oltre 500 bambini hanno potuto completare la propria formazione in questi due progetti che ogni anno danno la possibilità di formazione a 150 bambini nel “Progetto Speranza” e 70 nella “Scuola Famiglia Agricola”. Nella missione di Anna Maria si sono recati diversi volontari di Aloe distribuiti negli anni, ed anche una volontaria in servizio civile internazionale. Il progetto è portato avanti da una cooperativa locale diretta dalla missionaria. Attualmente il sostegno prosegue nella forma delle ‘adozioni a distanza’.

 

Camerun: Riattivazione della falegnameria di Ossoessam

L’associazione Aloe è stata costituita alla fine di ottobre del 1998 perché all’inizio di novembre dello stesso anno partiva come volontario internazionale con una ONG di Milano, il COE (Centro Orientamento Educativo), un artigiano falegname di Fermo che era stato selezionato dallo stesso organismo per essere inviato in un loro progetto in Camerun, dove avrebbe dovuto riattivare un centro professionale nel villaggio di Ossoessam, distretto di Mbalmayo (Regione del Centro). Dal novembre 1998 al novembre 2000, Aloe ha appoggiato l’azione del volontario in questo progetto con una intensa campagna di raccolta fondi. Obiettivo del progetto è stato quello della creazione di un piccolo polo di produzione, utilizzando e trasformando materiali localmente reperibili, per la promozione della imprenditorialità giovanile a livello di villaggio e come freno all’abbandono delle zone rurali. I risultati del progetto sono stati la completa riattivazione della falegnameria con il rinnovo dei macchinari revisionati o rinnovati; l’elettrificazione del laboratorio attraverso l’allaccio alla linea elettrica ad alta tensione grazie a un trasformatore; la formazione di un piccolo numero di apprendisti che avrebbero dovuto continuare a gestire il centro; e, per ultimo, una forte sensibilizzazione sul volontariato internazionale nel territorio fermano. Pur essendo questo un progetto del COE di Milano, l’associazione Aloe ha affiancato il COE nell’accompagnamento del volontario per tutto il periodo e nella copertura integrale dei costi grazie al coinvolgimento sia della diocesi di Fermo che di sette comuni con Fermo come capofila.

 

Camerun: Realizzazione di una scuola materna nel villaggio di Zouzoui

Dal mese di settembre 2008 fino all’agosto 2009 Aloe è stata impegnata in prima persona a sostenere un progetto con una propria volontaria in un villaggio del Camerun del nord. Alice Beltrami di Porto Sant’Elpidio (Fermo) ha terminato ai primi di settembre del 2008, il suo anno di servizio civile internazionale, a Mouda, nella Provincia dell’Estremo Nord; e al suo rientro riporta la richiesta fattale da un altro missionario del PIME, p. George Palliparambil, di dedicarsi alla implementazione, nel villaggio di Zouzoui, di un asilo come quello nel quale aveva lavorato durante l’anno di servizio civile. Aloe accoglie la proposta e decide di finanziare la realizzazione di questo progetto con la presenza della propria volontaria in loco come coordinatrice. Obiettivi del progetto erano: inizialmente la formazione di maestre locali e l’informazione delle famiglie, soprattutto mamme, sull’importanza del mandare i propri piccoli a scuola; quindi la realizzazione di una struttura per le attività e infine l’avvio dell’attività didattica vera e propria. In due anni questi obiettivi sono stati interamente acquisiti ed ora i circa 150 bambini del villaggio in età tra i tre e i sei anni hanno la possibilità di trascorrere il proprio tempo a scuola. Il costo del progetto è stato interamente sostenuto da Aloe, grazie ai fondi raccolti tramite la vendita del libro Maifeo figlia della luna, diario fotografico scritto dalla volontaria nel suo anno di servizio civile e pubblicato da Aloe.

 

Colombia: Promozione della cooperativa agricola ‘agrosolidaria’

Padre Beppe Svanera dei missionari della Consolata, socio fondatore di Aloe, opera dal 2005 in Colombia, nella regione caraibica di Cartagena, a Maria La Baja, una zona abitata prevalentemente da popolazioni Afrocaribe (discendenti da schiavi africani e indios caribe) e Desplazados (contadini costretti ad abbandonare le loro terre a causa sia della guerriglia che dei narcotrafficanti). P. Beppe progetta iniziative in favore dei poveri agricoltori locali (cooperativa ‘agrosolidalia’), dei giovani (centro sportivo ‘Allamano’) e dei bambini (scuolette di Marialabaja) e si avvale della collaborazione di ALOE per la realizzazione di queste iniziative. Negli anni 2006-2007 viene realizzato un laboratorio agroindustriale con la costruzione di un piccolo capannone e l’acquisto di macchine per la trasformazione del mais, del riso e della frutta. Il laboratorio è ora in piena attività con grande soddisfazione dei contadini locali che non sono più costretti a spendere importanti somme per portare lontano i propri prodotti per la trasformazione, con consistente miglioramento dell’economia familiare. Nel 2010 l’attenzione è tornata alla cooperativa agricola con l’acquisto di un trattore destinato a migliorare nettamente la capacità lavorativa dei contadini della cooperativa, i quali possono così superare la tentazione di vendere le proprie terre alle multinazionali della palma da olio, che sta trasformando le terre a colture alimentari in terre per la produzione di biocarburante.

 

Colombia: Miglioramento delle infrastrutture educative

Insieme al progetto agrosolidale, Aloe negli anni dal 2005 fino al 2008 si è impegnata in un progetto scolastico. Questo consiste nel finanziare gli stipendi di 2 maestre nelle tre scuole dell’infanzia, dislocate nelle zone più povere di Maria la Baja e di una coordinatrice. Obiettivo di queste scuole è quello di mantenere le tradizioni locali, seguendo la programmazione nazionale e di affidare l’istruzione dei bambini a maestre qualificate e non “mamme comunitarie”: mamme che si improvvisano maestre, ma che in realtà svolgono solo funzione di baby-sitter. Nel 2009 infine l’attenzione è stata posta sulle infrastrutture comunitarie destinate ai giovani, in particolare sul miglioramento di un centro sportivo dotandolo di illuminazione per permettere attività sportive e culturali dopo le sei di sera, ora in cui cala la notte.

 

Etiopia: Microcredito per le donne di Kofale

Nel triennio 2006-2008, Aloe ha sostenuto in Etiopia, attraverso il missionario p. Angelo Antolini di Santa Vittoria in Matenano (Fermo) che opera nella cittadina di Kofale, nella provincia del West Arsi, un progetto di sostegno per le donne, all’interno di popolazioni quasi interamente musulmane. La  missione di p. Angelo infatti è una missione di frontiera con i suoi 90 cattolici in una popolazione musulmana di 600.000 persone sparse in un territorio grande quanto la metà delle Marche. Il progetto – denominato “Microcredito per le donne di Kofale” – è iniziato con un corso di formazione, destinato a 15 donne, con l’obiettivo di stimolare la piccola imprenditorialità locale. Dopo il corso di formazione è partito un reale progetto di microcredito finalizzato alla realizzazione di attività di piccola imprenditorialità femminile nella regione. Aloe ha sostenuto il costo del progetto per  un totale di 25.000,00 euro; 5.000,00 euro per la prima annualità destinata al corso di formazione, e 10.000,00 euro per ciascuna delle altre due annualità, somma destinata all’avvio vero e proprio delle attività di microcredito, e che è andata a costituire il fondo che poi si dovrebbe rigenerare da solo mantenendosi costante e incrementandosi negli anni.

 

Etiopia: La cooperativa del bambù

Dopo l’avvio del gruppo del microcredito, nella stessa missione di Kofale in Etiopia è stato avviato un secondo progetto con lo stesso obiettivo della promozione dell’attività imprenditoriale di donne e giovani in genere: la costituzione di una cooperativa per la lavorazione della canna del bambù, per la realizzazione di mobili ad uso domestico destinati al mercato locale. Il progetto è stato realizzato nel biennio 2009-2010. I risultati sono stati: la costruzione di un piccolo capannone adibito a laboratorio; la formazione di 15 artigiane da parte di due professionisti provenienti da Addis Abeba per un periodo di  sei mesi; la costituzione e l’avvio della cooperativa di lavoro. Il bambù è abbondante e cresce molto velocemente. Il bambù, utilizzato per la realizzazione di piccoli mobili per uso domestico, è molto meno costoso del legno e previene il serio rischio di disboscamento della zona a causa della richiesta di legname. La cooperativa ora operante, prevede anche di diventare un piccolo polo di formazione per giovani in situazioni di disagio, in modo che possano qualificarsi e accedere al mercato locale avviando una piccola attività produttiva in proprio.

 

Filippine: Approvvigionamento idrico nel quartiere Sampoli di Zamboanga

A partire dal 2009 è iniziata una collaborazione con p. Ilario Trobbiani, originario di Corridonia (Macerata), missionario nelle Filippine, nella città di Zamboanga (isola di Mindanao). La Parrocchia di S.Lorenzo Ruiz, dove opera P. Ilario Trobbiani, è composta da 16 villaggi sparsi su un territorio difficile da raggiungere; gli abitanti riescono appena a sopravvivere con la coltivazione del riso, poiché il costo d’affitto dei terreni è alto ed il raccolto è scarso. P. Ilario, dopo aver precedentemente avviato due progetti, uno agricolo a sostegno dei contadini, ed uno scolastico per accogliere ed istruire i bambini delle famiglie più povere, ha notato l’urgente necessità di acqua potabile e per questo si è rivolto alla nostra associazione. Obiettivo del progetto è stata la costruzione di un pozzo e la canalizzazione per l’approvvigionamento di acqua potabile nel quartiere Scampoli di Zamboanga e nei villaggi vicini alla missione. Il risultato del progetto è stato il miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie della popolazione e la possibilità di sostenere piccoli allevamenti destinati all’alimentazione.

 

Indonesia: Emergenza Tsunami e Adozioni a distanza

A seguito del catastrofico evento dello Tsunami del 26 dicembre 2004, ALOE decise di dare il proprio contributo all’emergenza, lanciando una raccolta fondi destinata ad alleviare le popolazioni indonesiane colpite dall’evento, ed entrò in contatto con il missionario passionista P. Vincenzo Carletti, originario di Sant’Elpidio a Mare (Fermo), ma residente da oltre trenta anni a Giacarta. Il  missionario, pur non vivendo nella zona colpita (la parte nord dell’isola di Sumatra), era in contatto con la Caritas Indonesiana che si era subito attivata per portare i primi soccorsi. Grazie a questo contatto diretto sul posto, Aloe è stata in grado, già nei giorni immediatamente seguenti al disastroso evento, di offrire un canale diretto a chi volesse dare un proprio contributo in denaro. Nasce così, in diretto contatto con una controparte impegnata sul territorio, il Progetto Indonesia che si è posto come obiettivo, nella prima fase, quello di offrire un proprio contributo all’emergenza tramite la raccolta fondi, e successivamente concretizzatosi con l’appoggio ad un progetto di educazione scolastica portata avanti dalla Caritas Indonesiana nel territorio dell’isola di Nias, una delle più colpite sia dallo tsunami. I risultati sono stati nella prima fase la maggiore operatività (anche se su piccola scala) della Caritas indonesiana durante l’emergenza e nella fase successiva l’offerta di un ciclo completo di educazione elementare a 15 bambini e bambine sostenuti per tutto il loro periodo scolastico fino alla licenza elementare. E’ già in corso, sempre tramite lo strumento delle adozioni a distanza, il sostegno al secondo gruppo di bambini e bambine. L’ente promotore del progetto è la Caritas e la Missione dei Passionisti indonesiani; Aloe agisce in appoggio alla loro azione.

 

Siria: Il piccolo caseificio di Knayee

Alla fine del 1999, ci è pervenuta la richiesta di interessarci di un piccolo villaggio cristiano della Siria, Knayee, nella regione di Aleppo. Questo villaggio era abitato prevalentemente da una popolazione cristiana tentata dall’emigrazione a causa della sua condizione di minoranza. Le principali risorse economiche erano costituite dalla coltivazione dell’ulivo e, più recentemente, dal piccolo allevamento bovino e ovino. Uno dei prodotti più comuni era quindi il latte, che però veniva venduto a poco prezzo sul mercato. Il vescovo latino di Aleppo, Mons. Armando Bortolaso, aveva colto l’esigenza di un piccolo ma importante progetto che potesse generare maggiori ricavi per la popolazione locale e offrire una ragione in più per rimanere nella terra dei padri. Era così nato il “Piccolo Caseificio” di Knayee per la produzione di formaggi di diverso tipo. Obiettivo del progetto, per quanto riguardava il coinvolgimento di Aloe era il reperimento e l’invio di un esperto caseario. Tra l’estate e l’inverno del 2000, una volontaria Aloe, dott.ssa in chimica e con esperienze sul campo, è stata ospite nel villaggio di Knayee ed ha lavorato nel progetto con l’obiettivo di insegnare al personale siriano, le tecniche e i processi di lavorazione caseari. Il risultato è stato l’avvio effettivo dei processi produttivi del caseificio, grazie all’apporto dell’esperto, processi poi portati avanti in autonomia dal personale locale messo a disposizione dalla Diocesi di Aleppo.

 

Siria: Protezione della biodiversità nel deserto della Siria

A partire dal 2000 siamo entrati in contatto con il Monastero Siriano di Deir Mar Musa al-Habashi, una realtà di frontiera fra cristianesimo e islam, posta nel deserto della Siria, vicino alla cittadina di Nebek a 80 km da Damasco. Antico centro di spiritualità monastica cristiana, il monastero da tempo abbandonato, è stato ricosrtruito dal 1984 in poi grazie all’opera di Padre Paolo dall’Oglio, gesuita italiano, che vi ha fondato una comunità monastica siriana dedita al difficile ma necessario dialogo fra Cristianesimo ed Islam. Nel 2006 è iniziato un progetto di collaborazione fra Aloe e il Monastero di Mar Musa, soprattutto per quanto riguarda il nostro corso di formazione ‘Il senso del partire’ dove sempre interviene anche un monaco del monastero, e la possibilità per i volontari di Aloe di essere accolti per brevi periodi in Siria. Tale collaborazione culturale si è tramutata in appoggio ad un progetto concreto nel 2010. Il monastero è situato in una zona desertica dove però esiste anche una flora tipica la cui biodiversità è oggi minacciata e che i monaci vorrebbero invece sostenere con un progetto specifico. Il progetto “Protezione della biodiversità nel deserto della Siria” prevede il reperimento di 25 specie tipiche della zona, ma in via di estinzione, la messa a cultura in un vivaio per la moltiplicazione delle piantine con le quali poi procedere alla ripopolazione dell’intera vallata (Wadi Dei Mar Musa) su cui si affaccia il monastero stesso. Il progetto si dovrebbe sviluppare in più anni e contribuire anche alla creazione di diversi posti di lavoro. La prima fase prevede la implementazione del vivaio; nelle fasi successive si provvederà a mettere le piantine a dimora.

 

Tanzania: Allestimento Sala Parto nel dispensario medico di Makambako

Makambako è una cittadina di circa 80.000 persone posta sull’altopiano della Tanzania, in un crocevia di strade che hanno fatto in pochi decenni di un semplice borgo una vera e propria città in continua espansione, con tutte le problematiche degli agglomerati urbani cresciuti in fretta e senza servizi adeguati. La missione gestita dai Missionari della Consolata, dove è presente P. Remo Villa che è stato animatore del centro missionario di Santa Maria a Mare (Marina Palmense – Fermo) negli anni settanta-ottanta, costituisce un piccolo polo di infrastrutture e servizi: scuola, dispensario, centro sociale e religioso,  ecc. In seguito ad una esperienza in missione di due nostri giovani soci, e della richiesta di aiuto del missionario con l’obiettivo di un miglioramento delle strutture e attrezzature del dispensario, Aloe decide di realizzare l’allestimento della sala parto del suddetto dispensario medico di Makambako, al fine di assicurare migliori condizioni igieniche e di assistenza delle donne nel parto, anche in presenza di eventuali complicazioni. Negli anni, altri volontari che si sono recati nella missione hanno potuto verificare il positivo risultato di questa microrealizzazione. Il progetto di miglioramento del dispensario è ancora in corso: nel prossimo futuro verrà realizzato nello stesso dispensario un laboratorio di analisi.

 

Togo: Sostegno alla imprenditorialità giovanile

In Togo opera una missionaria originaria di Montegranaro (Fermo), suor Luciana Maulo delle suore dell’ordine di San Gaetano, con una missione presso il villaggio di Fiatà, nei pressi della capitale Lomè. Da sempre questa missionaria è in stretto contatto con il suo territorio di origine, il fermano. Anche alcuni volontari di Aloe hanno iniziato a frequentare la sua missione per brevi esperienze di volontariato, da oltre sette anni, a partire dal 2004, costruendo pian piano una solida amicizia. A partire dal 2007 questo rapporto si è intensificato con una collaborazione diretta su progetti sociali promossi dalla missione stessa. Il progetto a cui si è lavorato nel 2007 è stato quello del “sostegno alla imprenditorialità locale per una cooperativa avicola”. Obiettivo del progetto è stata la costituzione di una cooperativa avicola per creare nuovi posti di lavoro giovanile nel territorio del villaggio di Fiatà. Il risultato è stato l’avvio dell’attività di un piccolo allevamento di polli, gestito da un gruppo di 10 giovani il cui lavoro permette cosi il sostentamento di altrettante famiglie. L’ente promotore del progetto è la stessa cooperativa avicola togolese, a cui Aloe si è affiancata nella fase iniziale come soggetto finanziatore, per sostenere le spese dell’implementazione del piccolo pollaio. Nel 2008 il progetto di promozione della imprenditorialità locale si è focalizzato sull’obiettivo del sostegno ad un gruppo di artigiani locali che lavorano il legno, per la produzione di oggettistica in legno, che poi Aloe acquista e utilizza per le bomboniere solidali, incrementando anche in questo caso il lavoro giovanile.

 

Togo: Sostegno alle strutture scolastiche

Sempre all’interno della missione precedentemente descritta, negli anni 2008-2010 è stato realizzato un progetto di sostegno alle strutture scolastiche del circondario, con la costruzione di edifici destinati ad uso scolastico: un’aula scolastica nel villaggio di Agokpane per l’avviamento della locale scuola media, voluta dal vescovo Mons.Isaac Gagloo; il rifacimento del tetto dell’edificio esistente e la costruzione di nuove aule nella scuola cattolica di Fiatà gestita dalla suore Gaetanine. Obiettivo del progetto è stato la possibilità di poter sviluppare in loco alcune classi di scuola media, prima inesistente per mancanza di strutture adeguate. Come risultato abbiamo che centinaia di ragazzi hanno ora la possibilità di completare il loro ciclo scolastico senza dover affrontare lunghi spostamenti; e un innalzamento del periodo di formazione per la maggior parte dei ragazzi dei villaggi circostanti.

 

Zambia: Adozioni di studio a distanza

All’interno delle due scuole superiori di Fermo, l’ITIS ‘Montani’ e l’IPSIA ‘Ricci’, si è costituito, già nel 1998, una sezione Aloe tra docenti, personale ATA e classi di studenti che avevano cominciato ad autotassarsi o ad organizzare piccole attività di raccolta fondi per sostenere alcune adozioni a distanza in Zambia dove un docente del Montani aveva svolto il suo periodo di volontariato internazionale con il COE di Milano. Nasce così il Progetto Zambia che è durato circa dieci anni, con l’obiettivo di  sostenere ed accompagnare (soprattutto per quanto riguardava le spese per la formazione) un gruppo di 10 ragazzi e ragazze lungo tutto il loro percorso scolastico fino al termine della scuola secondaria, con il conseguimento del diploma di maturità.  Attualmente il progetto adozioni in Zambia continua con un secondo gruppo di bambini di un poverissimo villaggio  sul confine tra Zambia e Congo, nell’ambito della missione del francescano p. Anselmo Bonfigli di Montottone.