Padre Mario Sciamanna, è un missionario saveriano, originario di Comunanza, che vive da quasi 50 anni nella Repubblica Democratica del Congo. Trovandosi in questo periodo in Italia per un tempo di riposo, si è reso disponibile per un evento pubblico qui a Fermo. L’incontro, organizzato in collaborazione con il CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO di Fermo, si è tenuto GIOVEDI’ 2 OTTOBRE alle 18.30, presso la Parrocchia di Santa Petronilla di Fermo, con il titolo: “PORTATORI DI SPERANZA. Incontro con p. Mario Sciamanna e la sua missione nella R.D. del Congo”. Domenica 5 Ottobre, padre Mario ha celebrato l’Eucarestia presso la parrocchia del Sacro Cuore di Rubbianello, in memoria di Don Gabriele Moroncini, il parroco amico dei missionari.
Essere in contatto con i missionari del proprio territorio significa avere la possibilità di poter seguire vicende di cui i nostri giornali tacciono clamorosamente, come è accaduto più volte con la Repubblica Democratica del Congo, dove vive e opera ormai da tantissimi anni Padre Mario Sciamanna che, pur vivendo attualmente nella capitale Kinshasa, ha trascorso la maggior parte degli anni nella regione del Kivu, dove dall’inizio di questo anno si sono registrati massacri per il pieno controllo della regione ricchissima di minerali preziosi fra cui cobalto, coltan ed oro. Massacri di cui i nostri media hanno sostanzialmente taciuto e continuano a tacere. L’Associazione ALOE segue padre Mario Sciamanna, da oltre 20 anni, a partire dal Dicembre del 2004, quando ricevemmo una sua prima lettera che pubblicammo nella nostra “ALOE. Lettera di collegamento” di allora. In tutti questi anni padre Mario ha continuato a tenerci informati sulla situazione del Congo con le sue lettere e i suoi articoli che abbiamo sempre pubblicato sul nostro sito e sul nostro giornalino. A partire dalla primavera di questo anno, ci ha tenuti continuamente aggiornati sui continui massacri che sono ripresi nel Kivu all’inizio di questo anno e che continuano ancora, nell’indifferenza totale dell’Occidente. Grazie a questo incontro però abbiamo potuto ascoltarlo in maniera diretta.
Presentiamo qui a) la Registrazione dell’intero incontro; b) il video sui quattro martiri congolesi beatificati da papa Francesco; c) una sua riflessione sull’accoglienza che gli è stata realizzata qui a Fermo in questi giorni; d) una breve sintesi dell’incontro.
Le guerre del Congo:
registrazione dell’incontro!
Un messaggio di speranza dalla Chiesa del Congo:
Video sui quattro martiri (tre missionari saveriani e un prete congolese) beatificati da papa Francesco
“Cinque giorni di paradiso“. La mia accoglienza da parte della comunità fermana.
P. Mario Sciamanna, missionario Saveriano Villa Pigna 6 Ottobre 2025
Invitato dal gruppo Aloe, il giorno 2 Ottobre, alle 10h,50 lascio Parma per recarmi a Fermo, per parlare della Repubblica Democratica del Congo. Il confratello saveriano Pieragostini mi accompagna alla stazione e, perdendo tempo per me, attende l’arrivo del treno per aiutarmi a caricare la valigia. Oggi è la festa degli angeli custodi. Sono molti gli angeli che mi accompagnano. Arrivo a Porto San Giorgio, ancora un gesto di bontà: un giovane mi aiuta a scendere la valigia dal treno. Franco Pignotti, fondatore del gruppo ALOE, mi accoglie e mi porta in Seminario – Casa del Clero. Gli angeli si moltiplicano sul mio cammino. Alle 18h,30 conferenza a Santa Petronilla, parrocchia servita dalla Congregazione dell’ Amore Misericodioso. Parlo della situazione del Congo, della guerra del M23 con il Rwanda che hanno già occupato Goma e Bukavu per impadronirsi delle miniere di coltan e cobalto. Parlo pure delle grandi ricchezze di fede dei congolesi e dei suoi martiri. Presento il video dei nostri martiri saveriani uccisi in Congo il 28 Novembre 1964 e Beatificati a Uvira il 18 Agosto 2024: fratel Vittorio Faccin, P. Luigi Carrara, P. Giovanni Didoné e il prete congolese Albert Joubert
Ritorno in Seminario – Casa del Clero e vi resto fino a Domenica mattina. Rivedo dopo tanti anni i miei compagni di Seminario, dove fui seminarista fino alla Prima Teologia, quando partii per andare dai Missionari Saveriani; Don Paolo De Angelis, Don Giuseppe Morresi, Don Italo Conti, Don Ubaldo Ripa. Rivediamo la lapide in latino dell’inaugurazione del semianrio e ricordiamo che Don Paolo De Angelis, quel giorno 8 Dicembre 1955, fece il discorso in nome di tutti i Seminaristi. Don Giuseppe Morresi ricorda volentieri quando lui, insieme a Don Carlo Leoni ci aiutavamo per comprendre meglio la filosofia.
Qui alla Casa del Clero si dedica molto tempo alla preghiera e si prega bene. Il mangiare è ben preparato e ben servito, sorridendo. Mi sembra di essere in Paradiso; noi seduti a tavola come i santi del cielo: siamo serviti dai diaconi e da altri giovani e mamme; sono i nostri angeli. Anche l’Arcivescovo, Monsignor Rocco Pennacchio, di tanto in tanto viene a trovare i suoi preti e suo padre che è in mezzo a noi.
L’Arcangelo, capo di tutti glia ltri angeli che servoco nella casa, è il diacono permanente: Rosario,dinamico, attento, umano, molto cordiale, vero diacono – servitore delle mense.
Il 5 Ottobre un’altra giornata splendida, ricca di amicizia e di tenerezza. A Rubbianello, alle 11h,15 celebriamo la Messa e preghiamo per don Gabriele, grande amico delle missioni e di Aloe, morto 5 anni fa il 5 di Ottobre.
Poi il pranzo di festa del gruppo di ALOE, una ventina di persone che fanno conoscere i Missionari Fermani, le loro missioni, i loro amici; organizzano incontri e realizzano piccoli progetti per le Missioni.
Poi la grande gentilezza di Franco Pignotti e la sua Sposa al volante, di condurmi fino a Villa Pigna, dai miei fratelli Domenico e Lorenzo. Mi hanno risparmiato di raggiungere Ascoli Piceno in treno da Porto San Giorgio.
Non è questo tenerezza? Non è questo paradiso ? gli angeli che servono con tenerezza i loro fratelli e sorelle sono molti: basta aprire gli occhi

Sintesi dell’incontro con p. Mario Sciamanna
L’incontro con Padre Mario Sciamanna, organizzato dal Centro Missionario Diocesano e dall’associazione Aloe, ha offerto una preziosa testimonianza sulla lunga e travagliata storia recente della Repubblica Democratica del Congo. L’evento è stato introdotto sottolineando il profondo e duraturo legame, lungo oltre vent’anni, tra l’associazione Aloe e Padre Mario.
L’intervento di Padre Mario: uno spaccato del Congo
Padre Mario ha iniziato il suo racconto partendo dal suo arrivo in Congo nel 1974. Ha descritto un paese immenso (grande otto volte l’Italia), con 112 milioni di abitanti, ricchissimo di risorse naturali come foreste, laghi e, soprattutto, minerali preziosi (cobalto, coltan, oro), che si sono rivelati la sua più grande maledizione.
La storia moderna del Congo è segnata da profonde ferite. Dopo l’indipendenza dal Belgio nel 1960 e un periodo di stabilità sotto la dittatura di Mobutu (1965-1996), la sua morte ha scatenato il disastro. Il paese è precipitato in una serie di guerre devastanti, alimentate da interessi esterni, in particolare del vicino Ruanda guidato da Paul Kagame, mirati a depredare le immense ricchezze minerarie del Kivu.
Padre Mario ha descritto con lucidità la drammatica situazione attuale, con l’avanzata del gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, che ha occupato città strategiche come Goma e Bukavu. Questa violenza ha generato una catastrofe umanitaria: massacri (3.000 morti in una sola notte a Goma), 7 milioni di sfollati, il collasso dell’economia e delle infrastrutture civili, e una popolazione abbandonata alla fame e alla paura.
Nonostante i tentativi di mediazione internazionale, come l’Accordo di Washington, la pace rimane un miraggio. In questo scenario desolante, un ruolo fondamentale è svolto dalla Chiesa cattolica, che attraverso la Conferenza Episcopale ha lanciato un “Patto sociale per la pace”, cercando instancabilmente di promuovere il dialogo e la riconciliazione.
Padre Mario ha concluso il suo intervento con un messaggio di speranza, ricordando i “fiori del Congo”: i martiri della fede come Isidore Bakanja, suor Anuarite e i tre missionari saveriani uccisi nel 1964 insieme ad un prete congolese, la cui testimonianza dimostra come la fede possa fiorire anche nelle situazioni più buie.
Sintesi del video sulla beatificazione di quattro martiri
l 28 novembre 1964, a Uvira, nella Repubblica Democratica del Congo, quattro missionari — gli italiani Luigi Carrara, Giovanni Didonè, Vittorio Faccin e il sacerdote congolese Albert Joubert — furono uccisi. Recentemente, sono stati beatificati in una cerimonia a cui ha partecipato anche l’autore del testo.
Questo evento celebra la loro vita di fede e dedizione, culminata nel martirio. I missionari scelsero di rimanere accanto alla comunità locale nonostante i gravi pericoli durante la ribellione degli anni ’60, un gesto visto come un atto finale di una vita già donata a Dio e al prossimo. La beatificazione è stata ufficializzata con una lettera apostolica di Papa Francesco, che riconosce i quattro come “eroici predicatori del Vangelo e coraggiosi testimoni della carità”.
Per la Chiesa locale, questi missionari sono considerati i padri fondatori, il cui sacrificio è diventato un “seme per l’evangelizzazione”. Il testo raccoglie anche i ricordi toccanti dei familiari, che rievocano il dolore della loro partenza e la forza della loro vocazione.
Infine, la beatificazione è un potente appello alla pace e al dialogo, in contrasto con la violenza. Le ultime parole di padre Luigi Carrara, “Se vuoi uccidermi, uccidimi qui, accanto al mio fratello”, sottolineano il valore della fraternità fino alla fine, proponendo i quattro beati come un esempio di santità raggiungibile per tutti i cristiani.


