Missionario al tempo del Covid, in un paese negazionista, la TANZANIA. Intervista a padre REMO VILLA


Provate a scrivere su un motore di ricerca qualsiasi “Covid statistics in Zambia”, oppure “in Mozambico”, oppure “in Kenya”, ecc. troverete gli alti e bassi dell’andamento della situazione pandemica. Quanto poi queste statistiche siano effettivamente attendibili è un’altra storia, ma le istituzioni politiche e sanitarie di questi paesi, mettono a disposizione del pubblico le loro conoscenze. Provate a fare la stessa cosa con la TANZANIA! Avrete la sorpresa di vedere una linea completamente piatta con l’unica eccezione dei mesi di aprile e maggio del 2020. In Tanzania è proibito parlare di Covid; il problema è volutamente rimosso ai livelli gorvernativi e nessuno si azzarda ad esprimere opinioni diverse per timore di ritorsioni. La Tanzania è un paese negazionista. Lo era con il presidente Magufuli, morto il 9 marzo 2021 ufficialmente per “arresto cardiaco”, anche se le malelingue parlano di “sospetto covid”; e lo è ancora sotto la nuova presidente Samia Suluhu Hassan, che era la sua vicepresidente. In Tanzania il Covid ufficialmente non esiste; ma, affermano i missionari, “dove prima si registravano due funerali a settimana, ora si registrano due funerali al giorno”.

Nel nostro tour in giro per il mondo, “Missionari al tempo del Covid – seconda serie“, abbiamo intervistato padre REMO VILLA, missionario della Consolata sperduto nella savana dell’altopiano tanzaniano del centro nord, nella missione di TURA, una terra dimenticata da tutti. Lo avevamo già intervistato nel maggio 2020, ed era stata la nostra prima video intervista. Ad un anno di distanza lo abbiamo voluto riascoltare di nuovo. Ci ha parlato di COVID, ma ci ha parlato di tante altre cose; delle sue speranze, dei suoi progetti, dei suoi sogni da vivere in mezzo e con la gente del luogo, da costruire insieme. Perchè “I sogni – come dice papa Francesco – si costruisconon insieme”! Ne è venuta fuori una lunga video intervista che abbiamo preferito dividere in due parti. Ma vale la pena di prendersi del tempo per ascoltare questo missionario anziano, con alle spalle 40 anni di missione in TANZANIA, ma che conserva la freschezza di un entusiasmo travolgente da far invidia ai giovani! BUON ASCOLTO!

INTERVISTA A PADRE REMO VILLA – PRIMA PARTE

INTERVISTA A PADRE REMO VILLA – SECONDA PARTE

Padre Remo, è consapevole del problema COVID; ed in effetti è stato e resta l’unica voce della zona a metter in guardia la gente da questo punto di vista. Ma sa che la vita deve andare avanti; per questo lui ha preferito parlarci dei suoi progetti, in primis della formazione scolastica, da implementare in ogni modo, prima ancora dell’attività pastorale, perchè prima di costruire il cristiano si deve costruire l’essere umano nella sua dignità e la scuola è la prima e insostituibile modalità per farlo. In un ambiente di quasi totale analfabetismo, la formazione scolastica non è solo destinata ai ragazzi e alle ragazze, ma deve conprendere anche la riqualificazione e l’alfabetizzazione degli adulti.

E poi oltre alla scuola, l’agricoltura da migliorare e la possibilità di trasformarne i prodotti, come il progetto di un torchio per ricavare olio di girasole in una terra che produce tanto girasole, ma che non possiede alcuna possibilità di trasformarlo in loco. E tanti altri sogni per il bene della gente che ha scelto di servire.

Padre Remo ci ha trasmesso un po’ del suo entusiasmo e noi cercheremo di accompagnarlo in questo sua capacità di sognare per il bene della sua gente; per il bene dei nostri “fratelli” della Tanzania.

Una classe scolastica di TURA, tra gli edifici della scuola